martedì 11 ottobre 2011

Jean Klein, Voi siete perfetti





Fondamentalmente ci sono due modi per avvicinarsi alla verità: quello graduale e quello diretto. Nell'approccio diretto, la premessa è che noi siamo verità, non c'è niente da ottenere, e ogni passo fatto per raggiungere qualcosa è un allontanamento da quest'ultima. La "Via" che in realtà non è una via, è un semplice dare il benvenuto, essere aperti alla verità: l'Io Sono.
Quando avrete intravisto la vostra vera natura essa vi solleciterà; non c'è più niente da fare, dovete essere sensibili ogni volta che accade. In questo porsi in sintonia, non c'è un solo elemento di volontà; non è la mente che si sintonizza con l'Io Sono, ma è l'Io Sono che assorbe la mente.
Nell'approccio graduale siete condizionati dalla mente, essa si illude che mutando i suoi stati, o fermandosi, verrà riassorbita in ciò che sta oltre. Questo malinteso porta colui che cerca la verità nel più tragico degli stati, egli si è impigliato nella propria tela, una tela fatta della più sottile dualità.


Domanda: Se sono perfetto e non c'è niente da fare, perché sono qui, perché questa esistenza sulla Terra?

Risposta: E' solo per essere consapevole di questa perfezione.

Domanda: La mia mancanza di consapevolezza appartiene però all'imperfezione, come posso dunque essere perfetto?

Risposta: Quando lei parla di perfezione e imperfezione, questi sono solo concetti, opposti interdipendenti. La verità, che è la nostra natura fondamentale più vicina, è oltre la complementarietà. Nell'assenza di perfezione e imperfezione voi vivete nella vostra presenza, nella vostra pienezza. Siate questo!

Domanda: La sua risposta sembra soddisfacente per la signora che le ha fatto la domanda, ma io non la capisco. Può scendere al mio livello di comprensione?

Risposta: Lei ha la capacità di essere consapevole, lo sia dunque nei momenti in cui sente questa imperfezione, incompletezza, noia, insoddisfazione, e quando dico sia consapevole, non intendo chiamarli per nome per poi passare ad un altro, quello che intendo è invece dedicare tutta l'attenzione alla percezione (...) Esplorando la noia e l'insoddisfazione, si accorgerà di non perdersi più in esse perchè metterà l'accento più sull'esplorazione che sull'oggetto.

Domanda: come posso liberamri dal continuo flusso agitato dei miei pensieri?

Risposta: Osservi samplicemente il loro andirivieni, non li rifiuti ne li incoraggi e non cerchi di dirigerli; rimanga impersonale, vigilante. Presto vedrà che i pensieri le sensazioni le emozioni appaiono in questa vigilanza senza direzione nella sua apertura; essi esistono perchè voi esistete, manifestandosi ci indicano la loro vera dimora, la nostra vera natura. ALl'inizio vi accorgerete di interferire con i vostri pensieri sopprimendoli o essendone rapiti; questo è dovuto all'insicurezza di un ego che sta per morire, un ego isolato, ma quando siete liberi dalle abitudini mentali di attività e passività, vi ritrovate nella vostra tranquilla dimensione.

Domanda: Quando mi sento sovraccaricato di impegni per il domani, problemi familiari, fantasie, pensieri... devo semplicemente spostare l'attenzione dai pensieri alla loro osservazione? In tal caso si dissolveranno?

RIsposta: Si

Domanda: Non dovremmo fare qualche sforzo per migliorarci

Risposta: Che cosa vuole migliorare? Voi siete perfetti: svelate la persona che si sente insoddisfatta e ciò che rimane è perfezione (...)

(Jean Klein, Io Sono - Estratti)

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