venerdì 21 ottobre 2011

Poonja - Nessuna domanda, nessuna risposta.

Poonja

Nessuna domanda, nessuna risposta.




Domanda: Permettimi di chiederti cosa c'è dopo la realizzazione del Sé e il risveglio.

Poonja: Nella realizzazione del Sé, non c'è "tu" e non c'è "Io". Non c'è chi pone la domanda né colui a cui viene posta. Non ci sono domande da porre. Cosa vuoi chiedere quando sei oltre, oltre questa manifestazione? Quando hai realizzato la verità, quando sei "oltre", cosa puoi chiedere e a chi? (...)

Domanda: L'umanità è alla disperata ricerca di risposte per superare la crisi globale.

Poonja. Ottima domanda. Gli "esseri umani" devono diventare "esseri gentili". Se si ottiene questo non ci saranno problemi. Tutti gli altri approcci hanno fallito perché non sono gentili. (...)

Domanda: Come usare la realizzazione del Sé nel mondo e nel corpo?

Poonja: Dopo aver realizzato il Sé comprenderai che è soltanto il Sé, e non l'io che compie tutte le attività. E' questo stesso Sé ad animare le attività di tutti. Quando avrai realizzato il Sé, avrai piena fiducia in esso e nelle attività che ti fa intraprendere. Realizzare il Sé è il compimento più meritevole.

Se vuoi aiutare il mondo, questo è ilmodo migliore per farlo. In quello stato il Sè ti rivelerà i suoi piani. Dopo la realizzazione non sarai tu a decidere: "Io aiuterò il mondo", o "Adesso con le mie attività farò del bene all'umanità". Se dopo la realizzaione, il Sè avrà bisogno di usarti, lo farà.

Domanda: Alcuni sostengono che bisogna praticare il Kriya Yoga in modo da ottenere un corpo immortale, come quelli di Babaj e di Ramalingar, e vivere così in eterno per aiutare l'umanità.

Poonja: Non credo che queste pratiche abbiano funzionato, neanche su loro stessi. Nessuna pratica può funzionare, se nobn realizzi da solo la verità. Allora, tutto andrà bene. Se insegni agli altri senza conoscere la verità, quale sarà il risultato di tali Yoga.

martedì 11 ottobre 2011

Jean Klein, Voi siete perfetti





Fondamentalmente ci sono due modi per avvicinarsi alla verità: quello graduale e quello diretto. Nell'approccio diretto, la premessa è che noi siamo verità, non c'è niente da ottenere, e ogni passo fatto per raggiungere qualcosa è un allontanamento da quest'ultima. La "Via" che in realtà non è una via, è un semplice dare il benvenuto, essere aperti alla verità: l'Io Sono.
Quando avrete intravisto la vostra vera natura essa vi solleciterà; non c'è più niente da fare, dovete essere sensibili ogni volta che accade. In questo porsi in sintonia, non c'è un solo elemento di volontà; non è la mente che si sintonizza con l'Io Sono, ma è l'Io Sono che assorbe la mente.
Nell'approccio graduale siete condizionati dalla mente, essa si illude che mutando i suoi stati, o fermandosi, verrà riassorbita in ciò che sta oltre. Questo malinteso porta colui che cerca la verità nel più tragico degli stati, egli si è impigliato nella propria tela, una tela fatta della più sottile dualità.


Domanda: Se sono perfetto e non c'è niente da fare, perché sono qui, perché questa esistenza sulla Terra?

Risposta: E' solo per essere consapevole di questa perfezione.

Domanda: La mia mancanza di consapevolezza appartiene però all'imperfezione, come posso dunque essere perfetto?

Risposta: Quando lei parla di perfezione e imperfezione, questi sono solo concetti, opposti interdipendenti. La verità, che è la nostra natura fondamentale più vicina, è oltre la complementarietà. Nell'assenza di perfezione e imperfezione voi vivete nella vostra presenza, nella vostra pienezza. Siate questo!

Domanda: La sua risposta sembra soddisfacente per la signora che le ha fatto la domanda, ma io non la capisco. Può scendere al mio livello di comprensione?

Risposta: Lei ha la capacità di essere consapevole, lo sia dunque nei momenti in cui sente questa imperfezione, incompletezza, noia, insoddisfazione, e quando dico sia consapevole, non intendo chiamarli per nome per poi passare ad un altro, quello che intendo è invece dedicare tutta l'attenzione alla percezione (...) Esplorando la noia e l'insoddisfazione, si accorgerà di non perdersi più in esse perchè metterà l'accento più sull'esplorazione che sull'oggetto.

Domanda: come posso liberamri dal continuo flusso agitato dei miei pensieri?

Risposta: Osservi samplicemente il loro andirivieni, non li rifiuti ne li incoraggi e non cerchi di dirigerli; rimanga impersonale, vigilante. Presto vedrà che i pensieri le sensazioni le emozioni appaiono in questa vigilanza senza direzione nella sua apertura; essi esistono perchè voi esistete, manifestandosi ci indicano la loro vera dimora, la nostra vera natura. ALl'inizio vi accorgerete di interferire con i vostri pensieri sopprimendoli o essendone rapiti; questo è dovuto all'insicurezza di un ego che sta per morire, un ego isolato, ma quando siete liberi dalle abitudini mentali di attività e passività, vi ritrovate nella vostra tranquilla dimensione.

Domanda: Quando mi sento sovraccaricato di impegni per il domani, problemi familiari, fantasie, pensieri... devo semplicemente spostare l'attenzione dai pensieri alla loro osservazione? In tal caso si dissolveranno?

RIsposta: Si

Domanda: Non dovremmo fare qualche sforzo per migliorarci

Risposta: Che cosa vuole migliorare? Voi siete perfetti: svelate la persona che si sente insoddisfatta e ciò che rimane è perfezione (...)

(Jean Klein, Io Sono - Estratti)