martedì 29 novembre 2011

Raphael, Nessuno ti impedisce di essere libero




Al cinema lo spettatore entra nello spettacolo. Alla fine di questo, egli compie il movimento inverso che consiste nell'abbandono dell'oggetto-spettacolo e dello stesso spettatore. E' solo con questo ritorno in se stessi che si svela la coscienza senza oggetto. L'individuo 'entra' e si identifica con il mondo dei nomi e delle forme, viene coinvolto dal moto-evento cosmico e travolto dalla dualità. Un giorno uscirà da questa identificazione con lo spettacolo-cosmo e riprenderà la sua condizione du Uno-senza-secondo.



Perché chiedersi se esite l'Io. In fondo è sempre questo che s'interroga e si risponde. E' il serpente che si morde la coda. Nel vero vivere ed essere, nessuna problematica può nascere, non possono esserci né domande, né risposte, né cose da sperimentare, perché è scomparso lo sperimentatore postulante.



Nessuno ti impedisce di essere libero, però ti costringi nella schiavitù e nella limitatezza. Nella tua debolezza sentimentale preferisci immaginare che ci sia qualcuno interno o esterno a te, ad ostacolare la tua libertà, ma ricordati che questo qualcuno sei tu stesso



Raphael



La triplice via del fuoco - Roseto (estratti)

lunedì 21 novembre 2011

Poonja, Chi sono io




Domanda: Molti tentano di essere calmi, tranquilli, ma non ci riescono. Cosa sbagliano?

Poonja: Dovrebbero abbandonare l'intenzione di mantenersi tranquilli. Se non riescono a rimanere calmi, direi loro: "Abbandonate l'intenzione di rimanere tranquilli". Se lo fanno, cosa succede?

Domanda: Papaji, tu dici spesso alla gente di chiedersi: "Chi sono io?". Perché questo metodo funziona, mentre tutti gli altri falliscono?

Poonja: Perché non è un metodo. I metodi non fanno altro che potare i rami, ma l'indagine colpisce alla radice, la radice della mente. Se tagliate un ramo, dopo un po' di tempo ricrescerà. Ma se andate alla radice della mente e la sradicate non potrà più tornare.


L'indagine sdradica la mente. Quando vi chiedete: "Chi sono io?", colpite la mente alla radice e la distruggete per sempre. Anzi, sarebbe più giusto dire che tramite l'indagine scoprite che la mente non esiste affatto.
L' "io" è la mente. Quando vi domandate "Chi sono io?", è l'io che si interroga per cercare di scoprire qual'è la vera natura della mente.

Nessuno ha mai chiesto: "Chi sono io?". Nessuno. La gente chiede: "Chi sei? Chi è lei? Chi è lui?". Ma nessuno chiede mai "Chi sono io?". Quando vi ponete per la prima volta questa domanda, non state semplicemente colpendo la mente alla radice, ma l'intera creazione, perché l'io, la mente, è la sorgente di tutta la creazione.

Quando effettuate l'indagine, non scompare soltanto l'io, ma svanisce anche la creazione. Scoprite che non c'è nessun Creatore, nessuna creazione, e nessun essere creato. La domanda: "Chi sono io?" è uno strumento molto potente. Vi trascina nella profondità del Sé, in quel luogo scoprite che né voi né la creazione siete mai esistiti.

Poonja, Dialoghi col Maestro a cura di David Godman - Ubaldini Edizioni

venerdì 11 novembre 2011

Raphael - La via del fuoco, L'io empirico




19. Ogni reazione è frutto di un io frustrato e non corrisposto nella sua avidità e nella sua debolezza. Ogni reazione è ignoranza che va eliminata e risolta.

20. Chi è senza reazione vive il flusso libero della vita, vive sul piano delle non-reistenze, gode di una grande libertà. Chi ha superato ogni reazione ha trasceso ogni contrapposizione, ogni opposizione, e risolto il mio e il tuo. Così, uccidi il Mercurio volgare (mente discorsiva)e fa trionfare il Fuoco incorruttibile (Se-Spirito).

21. La mente proietta il soggetto e l'ogggetto (l'io e il non-io).
Poi il soggetto vuole conoscere l'oggetto come fosse una cosa distinta.
In questa rincorsa per catturare l'oggetto in movimento, il soggetto non si accorge che l'oggetto non è altro che l'altra faccia di se stesso. Abbiamo, così, il ladro che si traveste da poliziotto per catturare il ladro che è sempre lui stesso. Gli opposti sono identici perché identica è la loro matrice. Il sapere discorsivo, rappresentativo o empirico è divenire, è processo, è ignoranza.

22. Ci sono delle dottrine che si appoggiano sull'evoluzione, senza accorgersi che evoluzione significa tempo e il tempo è una semplice invenzione dell'io che vuole perpetuare il Sale condensato (dualità).

(da La Triplice via del fuoco)

mercoledì 2 novembre 2011

Poonja, Summa iru

Poonja





Summa iru

Domanda: Papaj, tu dici che l'illuminazione è una cosa molto facile da scoprire, eppure ti ho sentito dire molte volte che si puo contare sulle dita di una mano il numero di persone che si sono risvegliate completamente al Sé. Se è così facile perchè pochi ci riescono?

Poonja: E' molto facile perché non dovete fare niente per averla. Tutto ciò che dovete fare è rimanere tranquilli. Conseguire l'illuminazione è quindi una cosa molto facile. Le persone dicono che è difficile perché le loro menti sono sempre impegnate in qualcos'altro. La libertà non è difficile. E' mettere fine alle altre cose che è difficile. Dovete prendere una decisione per riuscirci. Potete decidere adesso o rimandare alla prossima vita.

Domanda: Per riuscirci, è necessario avere un maestro che sia realizzato?

Poonja: Assolutamente! Assolutamente! Altrimenti come si può sapere se si è sulla strada giusta.

Domanda: Papaj, in Occidente molte persone hanno passato molto tempo a cercare un maestro realizzato. Come possono trovarne uno? Quale consiglio daresti loro per trovarlo?

Poonja: Non possono trovarlo. Non possono trovarlo. Un vero maestro non può essere visto con gli occhi. Se cercano di trovarlo con i sensi, non daranno un giudizio corretto perché il maestro è al di là dei sensi e di qualsiasi giudizio. Quando volete essere liberi, la libertà è già lì. Ma non avete ancora l'abitudine di dipendere dalla libertà; non conoscete il linguaggio della libertà, il linguaggio del vuoto, il linguaggio dell'amore. Non capite queste cose perché vi siete venduti agli oggetti degli altri (...)

Domanda: Papaj potresti descrivere la tua illuminazione e in particolare la funzione che ha avuto il tuo maestro Ramana Maharishi?

Poonja: E' una storia lunga

Domanda: Ce ne racconteresti una versione breve

(...) c'era un silenzio straordinario. Non avevo mai visto un uomo così silenzioso (Ramana). Il maestro non faceva altro che ripetere: "State tranquilli, state tranquilli". Ma la maggior parte delle volte lo diceva in lingua Tamil:"Summa iru, summa iru", che significa rimanete tranquilli.
Quasi nessuno ne capiva il significato, ma io lo afferrai immediatamente.
Ancora oggi uso spesso quella frase perché sono d'accordo col mio maestro che l'insegnamento migliore è "Rimanete tranquilli". (...)