mercoledì 13 giugno 2012

Osho, Al di là delle certezze e della confusione





La verità non sa nulla della chiarezza; quello che chiama chiarezza è solo stupidità. Gli idioti sono molto chiari - chiari nel senso che non hanno l'intelligenza per avvertire la confusione. Solo gli intelligenti si sentono confusi, i mediocri continuano a muoversi nella vita sorridendo, ridendo, accumulando denaro, lottando per più potere e più fama.

Se sei totalmente confuso, questo significa che la mente ha perso; ora la mente non può fornirti nessuna certezza. Ti stai avvicinando sempre più alla morte della mente. Non posso dire che tu giungerai alla certezza, no, perché anche questa parola si può applicare solo alla mente e al mondo della mente. Quando c'è confusione può esserci certezza; quando la confusione scompare, scompare anche la certezza.

Tu semplicemente "sei" - chiaro, né confuso, né certo, una semplice chiarezza, una trasparenza... è grazia è intensità, è il momento più bello della vita. Semplicemente "si é", uno specchio che riflette ciò che é, senza riflessione, senza andare da nessuna parte, senza l'idea di fare qualcosa, senza futuro, semplicemente e totalmente nel momento, tremendamente nel momento. Quando non c'è la mente non può esserci futuro, non può esserci un programma. Allora questo momento è tutto, il tutto di tutto: questo momento è l'intera esistenza.

Ma non può darti certezze; la certezza è data dalle ideologie. La certezza consiste semplicemente nel rappezzare la tua confusione. Tu sei confuso; qualcuno ti dice: "Non preoccuparti", e lo dice con autorità, ti convince delle sue argomentazioni con le Sacre Scritture ... e tu ti senti bene; ma è temporaneo, perché la confusione al tuo interno sta ribollendo. Non te ne sei liberato, l'hai solo repressa.

La gente si è sempre chiesta perché Adolf Hitler fu capace di dominare una razza tanto intelligente come i tedeschi. Perché? Sembra un paradosso che un uomo come Martin Heidegger, uno dei più grandi pensatori della sua epoca, fosse un sostenitore di Adolf Hitler. Come era possibile? Hitler era soltanto uno stupido... ma egli aveva qualcosa in sé che mancava nella gente intelligente: egli aveva la certezza assoluta. E' un idiota - ma può dire cose senza nessun "se" e nessun "ma"; può fare asserzioni come se sapesse. E' un pazzo, ma la sua pazzia ha un grande impatto. Questo è il segreto del successo di Hitler. L'intelligenza porta confusione e la confusione porta il tremore, la paura; uno non sa dove andare, che fare, e comincia a cercare un leader, qualcuno che possa dirgli le cose con assoluta autorità.

La persona intelligente esita, tentenna, pondera. Chi non è intelligente non esita mai. Quando il saggio sussurrerebbe, il folle semplicemete urla ai quattro venti. Lao Tsu dice: Forse sono l'unico stupido al mondo. Tutti sembrano sicuri di sé, tranne me". Ha ragione; egli ha una tale incredibile intelligenza che non può essere sicuro di nulla... Buono e cattivo sono fatti dall'uomo, e non sono per niente diversi, la differenza è solo superficiale.

Entra adesso in un'altra dimensione, non creata dall'uomo, dove le differenze non hanno rilevanza, dove niente è buono e niente è cattivo, dove qualsiasi cosa è, "é"; dove qualsiasi cosa non è, "non è". Non è questione di buono e cattivo; una cosa o è o non è. Buono o cattivo non sono nient'altro che alternative da scegliere - scegliere questo o scegliere quello. Ti tengono nella divisione di "questo o quello".

L'esistenza semplicemente esiste; non esistono cose tra cui scegliere. E ricorda, quando non esistono cose tra le quali scegliere, tu sei intero. Quando esistono delle cose tra le quali scegliere, divideranno anche te. Se non scegli, se sai che nulla è giusto e nulla è sbagliato, scegli la sanità mentale. Non scegliere è essere sani, perché ora non c'è nessuna divisione esterna, come potresti essere diviso internamente? L'interiore e l'esteriore vanno di pari passo.

Le Upanishad non dicono mai cosa fare e cosa non fare, non danno ordini, sono delle asserzioni poetiche, sono poesia. Esultano nell'esistenza, sono estatiche, traboccanti... Le Upanishad dicono: "Dio esiste, e tu sei quello: tat tvam asi". Le Upanishad dicono "Dio é, e io sono Dio". Queste sono asserzioni nate dall'estasi; non hanno etica, moralità persino nessuna referenza.

Arrivare a comprendere che niente è buono, niente è cattivo, è un punto di svolta, è una conversione. Cominci a guardare dentro di te. La realtà esteriore perde significato. La realtà sociale è una finzione, una bella commedia; puoi parteciparvi, ma non prenderla seriamente. La realtà suprema è interiore.

L'estasi è la tua vera natura; non essere estatici è semplicemente non necessario. Essere estatici non ha bisogno di sforzo. Per essere felici non c'è bisogno di sforzo, c'è bisogno di un grande sforzo per esere infelici. Stai andando controcorrente, ecco cos'è l'infelicità. E cos'è la beatitudine? E' fluire col fiume - in maniera tale che la distinzione tra te e il fiume è semplicemente persa. Tu sei il fiume.

(Osho, Il Libro della Saggezza)